"COSMOSPIR" è il primo cd dell'artista polacca INDIA CZAJKOWSKA, nel quale la sua splendida e versatile voce è accompagnata da cello, flauto, piano, elettronica in un interessante amalgama sonoro intimista ed onirico con alcuni riferimenti alla musica antica e orientale, e con diverse affinità alla sperimentazione ed all'ambient.
Attraverso un fluido utilizzo distrumentazione classica, tecniche di sperimentazione vocale ed di un ampio spettro di arrangiamenti elettronici, la sua musica riesce così a convogliare elementi di differenti generi.
Le 13 sognanti e trascendenti composizioni, sono per la maggior parte eseguite in una lingua inventata, fattadi curate armonizzazioni emozionali di ispirazione metafisica e sacrale, nelloslancio è quello di richiamare il profondo, gli strati sottili ed intimi della propria psiche e dischiudere il lato misterioso del presente.
Un lavoro di estrema bellezza,unico e visionario.
Label Press
Questo "Cosmospir"di India Czajkowska è un'opera evocativa e ben creata dove tutto pare avere correlazioni ed echi impercettibili. Il violoncello di Ignacy Grzelaskabentesse trame sottese, così come altri musicisti che appaiono e scompaiono in uno o più brani. Un'immersione notturna per l'ascoltatore in cerca di nuove vie. Le tracce registrate nello studio casalingo di India sono forse quelle più ispirate ed efficaci per farci regredire in spazi lontani dal tempo. Seci si lascia trasportare in fiducia, dall'inizio alla fine, ritornano alla mente antichi e dimenticati percorsi, bisbigli del nostro inconscio...Unopera per certi versi altera ma mai autoreferenziale. Un mix di neoclassico dalle sfumature crepuscolari ma mai scontato e "già udito". Un particolare fascino classicheggiante e decadente lo troviamo in " Winter Paüel" e nella successiva "Summum".
India con questo suo primo album ha saputo condensare i sentori della Mitteleuropa con certe atmosfere"invernali" degne di un sound caro a Manfred Eicher (ECM) e a certe sue artiste nordiche di ammaliante richiamo.
Roberto Alberini - ottobre2008
C’è qualcosa di sacrale ed insieme austero che accomuna le ultime uscite Hic Sunt Leones, per altro tutte in sontuoso digipack in tre parti dalla grafica accuratissima. Più strutturato il lavoro della polacca India Czajkowska, dove ancora una volta profonde tessiture ambientali s’intrecciano a strumenti classici come cello, piano, flauto. Ma è soprattutto la sua voce a colpire, una voce che canta in una sorta di lingua inventata, tra volute ed arabeschi, nonché armonizzazioni vocali che catturano facilmente chi ascolta. Anche qui lo slancio è metafisico nell’essenza, ma terreno nell’attitudine emozionale che sprigiona dal canto e dagli strumenti.Ne sono esempio sublime "Cosmospir" e "Winter Paüel".Un esordio affascinante.
GinoDal Soler / Blow Up