L'etichetta di Stefano Musso, la Hic Sunt Leones, si conferma come una delle realta' più interessanti del panorama musicale italiano: "Sacred Waters" degli Aglaia e’ un ottimo esempio di dark-ambient, capace di unire le atmosfere post-industriali (la parte di improvvisazione e la desolazione dei suoni) con le tematiche dell'ambient naturale cara ad Alio Die (l'utilizzo dei fields recordings, le armonie costruite d'acqua ed il senso dello spazio).
Nella lunga omonima suite "SacredWaters" Gino Fioravanti e Gianluigi Toso hanno realizzato un suono dalle qualità profondissime riuscendo a costruire uno spazio immenso con l'uso di campionamenti e strumenti acustici.
La seguente "Under the earth the loud river walks" scende piu' in profondita' nella terra, alzando la frequenza del drone e immergendo i sensi in acque sotterranee.
La conclusiva"The sea hides his secret selves" comincia con il suono di un ottone che riporta la mente su lande aperte ed i neuroni in un bagno di colori.
Con il nuovo "SacredWaters" il duo Aglaia torna a proporre, con una formula sostanzialmente invariata rispetto al precedente "Three Organic Experiences",un gradevole album di ambient music, costituito di tre lunghi brani di circa 20 minuti l'uno di durata, basati su miscele di pads, drones e suoni "a donde" integrati con altri suoni di varia origine che si sovrappongono,emergono, si intersecano e si dissolvono in varia forma all'interno delle omogenee ma continuamente cangianti tessiture sonore di sottofondo. Tra i suoni aggiunti abbiamo field recordings, suoni di ambienti naturali, rumori concreti,tintinnii metallici, pulsazioni sintetiche, rumori di folla e vociare dipersone, corde pizzicate e suoni flautati di qualche strumento di probabile origine orientale; nel terzo brano compare a tratti un canto armonico molto profondo e gutturale che riporta alla mente antichi cerimoniali sacri tibetani...La qualità della registrazione e’ sempre molto buona, e la gamma di suoni e campioni utilizzati e’ molto interessante, ampia e variegata, seppure all'interno di ogni singolo brano, data la lunga durata degli stessi, e’possibile nel corso dell'ascolto cogliere una certa ricorrenza e ciclicità nell'uso dei medesimi campioni sonori (spesso della durata di pochi secondi),generando alla lunga una lieve sensazione di prevedibilita’ e ripetitivita’. In ogni caso il CD scorre in modo molto fluido e piacevole, descrivendo surreali ed evocative atmosfere di una staticità solo apparente, volte a creare uno stato di rilassato coinvogimento e di progressivo abbandono, simili ad una sorta di spirale sonora entro la quale lasciarsi passivamente condurre, seguendone instato di assoluta quiete interiore il sospeso, lento e continuo moto circolare... Adatto anche per ascolti di sottofondo, grazie alla struttura molto lineare e priva di improvvisi "colpi di scena", "Sacred Waters"non mancherà di affascinare chi gia’ abbia apprezzato il precedente "Three Organic Experiences", e chiunque si avvicini per la prima volta alla musica di Aglaia ricercando atmosfere ambientali quiete e dilatate, suoni eleganti, curati e ricercati,privi di particolari velleità sperimentali o marcatamente innovative...
Giuseppe Verticchio