1. Monte Analogo 09:47 2. Il Portale dell'Invisibile 07:42 3. Outer Space Forest 03:43 4. Celestial Stream 12:04 5. Cosmological Scale 06:22 6. New Form of Elementals 04:02 7. Amitabha 06:25 8. Bright Circles 09:18 9. Reflections on the Abyss 07:35 10. The First Step Depends on the Last 09:23
Alio Die e Aglaia, nelle loro collaborazioni, riescono a creare l’unione tra terra e aria; i voli sospesi di Aglaia trovano sempre terre misteriose sulle quali planare (Monte analogo). In questo album quando Alio Die suggerisce motivi antichi Aglaia li trasporta vicino a flussi di pura elettronica (Celestial stream). Alcune tracce (New form of elementals,The first step depends on the last) sono così incantate che non possono essere collocate in nessun altrove, solo tra passato e futuro, in un presente esclusivamente contenuto dal rito del suono trascendente, un suono-chiave, fortemente desiderato e contenuto nello spazio di questo nuovo album.
Alio Die è lo storico progetto di musica ambientale attraverso cui Stefano Musso ha portato avanti, nel corso degli anni, la sua particolare idea e filosofia di “musica trascendente” ed enteogenetica: il suo approccio alla materia lo ha portato a generare veri e propri “trip” sonori scavando nella psiche dell’ascoltatore e risvegliando la potenza nascosta di antichi rituali dimenticati. Mischiando campionamenti e “registrazione di suoni naturali”, Alio Die crea una musica meditativa in cui scacciare le cattive vibrazioni. Ricordo che, nel 1994, venni in possesso di un numero della mitica rivista – consacrata alla musica elettronica - Deep Listenings ideata dal compianto Gianluigi Gasparetti, poi anch’egli musicista ambient con Oöphoi. In quel fascicolo c’era in omaggio proprio un cd di Alio Die ovvero “The Flight Of Real Image”” che, all’epoca, mi aprì le porte ad un nuovo tipo di ascolto. La musica sperimentale e ambient si differenzia infatti da quella “ufficiale” invogliando l’ascoltatore ad aprire la mente verso un tipo di ascolto profondo in cui sperimentare veri e propri stati onirici. Fra le sue opere che più ho apprezzato citerei “Password For Enteogenic Experience” (1998), la collaborazione con Robert Rich “Fissures” (1997), “Le stanze della trascendenza (1999) e “La sala dei cristalli” (2010) con Mariolina Zitta. Musso ha ormai alle spalle una discografia sterminata e continua a pubblicare nuovo materiale. Colpevolmente ho trascurato “Time Zone Portal” del 2017 che conferma le sue coordinate stilistiche e da cui emerge, come di consueto, il suo amore per la natura. Ora esce invece “Amitabha”, una nuova collaborazione con Gino Fioravanti aka Aglaia, terapista, scrittore, pittore e insegnante di yoga i cui interessi spaziano fra alchimia e mitologia. La musica di “Amitabha” è molto meditativa ed è caratterizzata da ambientazioni elettroniche quiete e meditative: è l’incontro e la sintesi fra antico e moderno in cui ritornano ala luce, grazie alla particolare sensibilità di questi 2 artisti, suggestioni mitologiche sepolte. Staccate la spina e lasciatevi andare al suono trascendente di tracce come l’evanescente “Il portale dell’invisibile”, la lunga “Celestial Stream” e la cupa “Reflecions From The Abyss”: esplorerete l’abisso e farete una nuova esperienza di ascolto. Disponibile su Bandcamp: