Un oratorio di cifre altamente raccolte e suggestive, rivolto al senso del sacro che intride ogni aspetto delle cose terrene..°..
Il terzo capitolo della Castles Sonorisation's Series, dopo Aura Seminalis e Tempus Rei. Un box in lussuosa edizione limitata a 99 copie è disponibile ..
tracks:
1 Horas Tibi Serenas 2 In the Labyrinth Garden 3 Ultima Latet
Celebrated by Stefano Musso in 2008 - 2009 at Temple Studio, Milan.
Alio Die: drones and loops, field recordings
Artwork by Hic Sunt Leones
HORAS TIBI SERENAS is the third chapter of Castles Sonorisation's Series, aftrer Aura Seminalis and tempus Rei. It come in a 3 sides Digipack in a limited edition of 500 copies.
a SPECIAL LTD 99 NUMBERED COPIES EDITION BOX SET will be available soon throw the site, it contain all the three cds of the Castles Sonorisation's Series
Aura Seminalis digipack Tempus Rei digipack Horas Tibi Serenas digipack
in a special box with a unique mosaic and insert, by the artist Virginia Zanotti.
Horas Tibi Serenas (2010)
"È un mausoleo arcaico, distorto dal tempo e reso ramato, nuovamente plumbeo, dal sapore di vita apparentemente ritirata, non più qui e neppure ora. Si stenta a riconoscere riferimenti, da altre stanze del tempo arriva il suono e il presente pare non conciliarsi più con il presente ma con un'eternità velata, quasi in ombra. Dove mi porteranno le cose che arrivano e che passano? Quali solchi imprimono su me?"
Gino Fioravanti / Aglaia
"Horas Tibi Serenas" è il terzo capitolo della serie "Castles sonorisation" che porta la firma di Alio Die, un oratorio di cifre altamente raccolte e suggestive,a ben riflettere rivolte al senso del sacro che intride ogni aspetto delle cose terrene. Il tessuto strumentale è frutto di una grafia spoglia, demandata all'impiego di drones,loops e suoni trovati, che ricrea l'atmosfera liturgica del componimento in tre lunghe suite rarefatte e minimali, giusto lambite da echo di rumori in lontananza e presenze transmusicali appena palpabili. Un concesso di anime che si stringono in un coro di sonorità ondivage e circolari, tese a propiziare l'armonia del cosmo e con essa l'opus della quiete interiore.
Aldo Chimenti, Rockerilla luglio/agosto 2010
Una contemplazione lenta, una ricerca di confine e interiore, un magma tutto italiano. E un moniker, che rimanda a un’espressione del latino antico, l’Alio Die, rappresentante un augurio a un tempo migliore, un saluto a un altro giorno. Cosa aggiungere di più di questo al delicato momento storico che il nostro paese sta vivendo? Alio Die, al secolo Stefano Musso, è probabilmente il maggiore compositore di musica ambientale italiana di sempre. Partendo dall’elettroacustica dei primi tempi e passando al drone-scaping di esplorazione che ha investito per intero la sua vastissima produzione discografica, il percorso di Alio Die è fatto di poesie soniche in penombra, di creature multiformi che nascono in boschi di cristallo. Ma anche di inviti alla meditazione, alla preghiera, a un’introspezione lenta che nasce dall’ambiente e dai suoni trovati per trasformare tutto sapientemente in litania. In questo Horas tibi serenas, si parte dal medioevo per arrivare a distendere le composizioni in un minimalismo alla Steve Reich elegante e metafisico. Una narrazione in tre movimenti, che incanta e addormenta. La giusta lente sensibile da cui vorremmo, dall’alto, essere osservati oggi.