Angel's Fly Souvenir (2004)
"Angel's Fly Souvenir", iniziato a registrare nella primavera del 2003,
e'
finalmente venuto alla luce, con i suoi chiaroscuri abissali, e le sue notturne
meditazioni. Un CD di Alio Die & Francesco Paladino con
contributi di In Gowan Ring e dei Jack or Jive.
Un album quanto mai fuori da ogni definizione,
dal suono al contempo
profondo e sognante, un viaggio concreto ed etereo nato dal piacere di
sperimentare, partendo dalla registrazione di suoni acustici e voci attraverso
un lungo tubo, e dai suoni 'nasali' di Paladino, poi arpeggi di zither, flauti e
molti altri oggetti sonori non del tutto identificati. E' strutturato in sette
pezzi, due dei quali arricchiti dall'epica collaborazione di In Gowan Ring in "Ancient
Consciousness of the End", e dal lirico apporto di Chako dei Jack or Jive in
"Flowing Out from the Core of the Mountain" .
Francesco Paladino oltre alla sua attività nella video arte, e' stato
componente dei Doubling Riders ed e' attivo nella musica dai primi anni Settanta.
C'e' qualcosa di unico nella
musica di Alio Die. Pur rimanendo fedele ad una "ritual ambient music"
con cui si e' fatto conoscere fin dai primissimi anni 90, egli ha saputo negli
anni evolvere il proprio linguaggio allargandone le prospettive, lavorando di
piccoli ma sostanziali mutamenti, piuttosto che di bruschi cambi di rotta. Il
suono sempre più accarezzato da elementi acustici, con l'utilizzo di strumenti
a corda o a fiato o ancora a percussione, diviene cosi' sempre più flusso di
tonalita' calde e cangianti, non nega il mistero di una bellezza imprendibile ma
al tempo stesso sa farsi chiaro e luminoso, fuori dai meandri di una dark
ambient cui qualche volta e’ stato troppo frettolosamente confinato. "Angel's
Fly Souvenir" e’ in consociazione con Francesco Paladino (ricordate i
Doubling Riders?) che vi presta non solo i propri inquieti suoni nasali, ma una
discreta quantita' di field recordings, catturati a Katmandu in Nepal e nel sud
della California. Alio Die di suo oltre ai drones and loops, utilizza il suono
armonico di uno zither e suona e registra diversi strumenti attraverso un lungo
tubo che ne espande le risonanze.
Chako dei giapponesi Jack or Jive offre la sua
voce in “Flowing up from the Core of the Mountain”, e subito dopo In
Gowan Ring dà il suo contributo in “Ancient Consciousness of the End”.
Il risultato puo' essere letto come un'assorta e notturna meditazione, dalle
forti tinte chiaroscurali. (8)
Gino Dal Soler / Blow Up - marzo 2005
Un altro tuffo nell'evanescenza
minimalista siglata Alio Die, l'archeologo-sintesista che della natura e i suoi
rumori ha fatto il suo principale campo d'azione creativo. Il nuovo CD "Angel's
Fly Souvenir" composto con Francesco Paladino tiene fede a questa
prerogativa scodellando un altra alchimia d'ambiente attraverso il suo
personalissimo percorso sonoro.
Non vengono meno alcuni
peculiari sviluppi di tecnica e forma (il noise sound e rumori trovati di
Paladino, il canto aereo della giapponese Chako e i liquori mantrici siglati In
Gowan Ring) che contrassegnano le tappe di questa passeggiata notturna nelle
aule della meditation music.
Un brulichio di suoni e ritmi
naturali, drones a bassa frequenza, eco lunari e voci alate che evocano gli
spigoli più reconditi dell'universo, le forze impercettibili che lo muovono nel
profondo.
Aldo Chimenti / Rockerilla - aprile 2005
“Angel’s Fly Souvenir” e’ una partnership tra Alio Die e Francesco Paladino. Ambient suonato con strumentazione etnica, percussioni e “winds” che danno delicatezza e profondita’ a queste sette tracce dense di psichedelia rurale: a tratti, pare di ascoltare la Third Ear Band riunita al tempio di Steve Roach. Gradevoli e riuscite guest di In Gowan Ring ed Chako. Lo stesso quartetto è protagonista del DVD “Nocturnal Sessions” filmati in studio, momenti di creatività “en plein air” ed un buon lavoro di grafica.
Fabio Babini / Ritual #22 - agosto 2005Un album di
"classica" ambient music, costituita fondamentalmente da substrati
armonici eterei e fluttuanti, tessiture sonore discrete e sognanti, fluide ma
astratte e nebulose allo stesso tempo, arricchite di suoni di strumenti etnici,
corde pizzicate, fiati, rumori concreti, registrazioni di elementi naturali, e
altri interventi acustici di indecifrabile origine e classificazione. Un'ambient
music interpretata secondo quello stile tipico e immediatamente riconoscibile
che Alio Die ha con il tempo elaborato e consolidato, che va idealmente a
proseguire il percorso già portato avanti con lavori quali "Sunja"
, "Khen Introduce Silence" o anche "The Sleep of Seeds".
Ovviamente anche in questo caso ci sono alcuni elementi distintivi che marcano
la differenza con quanto è già stato prodotto e ascoltato in passato. Se nel
citato "Khen Introduce Silence" e’ l'utilizzo fondamentale
del suono del magico strumento di origine laotiana/thailandese a condurre il
gioco, e in "The Sleep of Seeds" sono spesso gli interventi
elettronici di Saffron Wood ad emergere e caratterizzare maggiormente il CD,
questa volta ad assolvere il ruolo di "variante fondamentale" rispetto
agli schemi troviamo Francesco Paladino, che con i suoi
frequenti interventi rumoristici-vocali-nasali-gutturali propone nuove
possibilità espressive, nuove sonorità, nuovi scenari, nuovi sentieri da
esplorare... Pur se suggestivi e solitamente ben integrati ai diversi substrati
sonori, c'e’ da osservare che gli interventi di Francesco Paladino risultano
pero’ piu’ efficaci laddove la voce e i suoni emessi rimangono in secondo
piano, dove appaiono più confusi, più effettati, più rarefatti, piu’
"morbidi"... laddove insomma risulti anche piu’ difficile ricondurre
ad un intervento vocale "umano" la sorgente sonora degli stessi
suoni/rumori percepiti.
Entrando nel dettaglio dei singoli brani, ho sicuramente apprezzato molto
"Whispers and Recalls Near the Temple", con la sua
multitudine di strane e confuse sonorita’ tra le quali sembrano apparire dei
cembali, dei suoni di ottoni, degli strani stridii metallici...
Spicca ancora tra tutti il brano "Flowing Up from the Core of the
Mountain", che colpisce per l'andamento teso, statico e ipnotico, per
gli occasionali interventi di percussioni rituali distanti e profonde, ma più
di tutto per il fantastico canto di Chako dei Jack or Jive che "guida"
e caratterizza l'intero brano. Voglio inoltre citare "Ancient
Consciousness of the End", ottima traccia costruita su suoni base di In
Gowan Ring, con sequenze melodiche in lenta evoluzione di un indefinito
strumento che potrebbe anche essere un flicorno armonizzato, su cui si
sovrappongono in una combinazione lievemente dissonante altri strani suoni, tra
i quali forse una chitarra elettrica molto "morbida" e molto
effettata, e corde metalliche tese allo spasimo, strofinate e debolmente
pizzicate, di qualche altro indecifrabile e forse arcaico strumento musicale...
Giuseppe Verticchio