Articolo ed
intervista a cura di Gino Dal Soler / Blow Up #17 ottobre 1999 <
ALIO DIE: RITI DI PASSAGGIO AL DI LA DEL CONOSCIUTO Alio Die celebra quest'anno dieci anni di ricerca e investigazione intorno ad un suono piuttosto unico almeno nel panorama della musica italiana. Spesso la sua musica è stata paragonata per spessore ed affinità elettive alla ritual & tribal ambient di Robert Rich con cui peraltro ha inciso il mirabile Fissures, Steve Roach, Vidna Obmana, Jeff Greinke, Jorge Reyes, Temps Perdu?, ma riascoltando oggi attentamente anche i primi lavori di Alio Die come Sit Tibi Terra Levis o lo splendido Under an Holy Ritual mi sembra di cogliere maggiori punti d'incontro con le musiche più esoteriche ed oscure della dark ambient di derivazione post-industrial europea. Nomi come Zoviet France e ancor meglio la sua diramazione Rapoon, oppure Maeror Tri, Nocturnal Emission o i seminali SPK di Zhamia Lehmani non sembrano affatto estranei al background di Stefano Musso, il vero nome di Alio Die che oltre a musicista è anche produttore di dischi altrui attraverso la sua etichetta -Hic Sunt Leones- per cui sono state ristampate alcune perle preziose della ritual ambient come Invocation dei Tuu o Revealed by Composed Nature di Vidna Obmana. Ma lo scopo non è quello di cercare necessariamente musicisti importanti da produrre afferma Musso ma di pubblicare anche opere di sconosciuti se la loro musica è convincente e come un filo magnetico capace di parlare direttamente alla coscienza. Così accanto ai suoni della preistoria in Art of Primitive Sound di Walter Maioli il fondatore dei mitici Aktuala (i più vecchi ascoltatori ricorderanno quei liberi spiriti dei primi anni 70...), trovano posto le sculture sonore della Nono Orchestra di A-Kaori , le etnodeviazioni sotterranee di Nick Parkin nel suo Descent, i drones minimali di Andrew Chalk nel notevole East Of The Sun e poi soprattutto i due capitoli dei Five Thousand Spirits in cui Alio Die è fiancheggiato da Raffaele Serra altro nome storico dell'underground elettronico milanese ( i suoi vecchi LP Kodak Ghost Poem e Ritual In Transfigured Time sono già oggetto di culto per collezionisti...). A Tapestry of Sorcerer e il fresco di stampa Mesmeric Revelation sono infatti due piccoli gioielli in cui i sottili suoni campionati di Alio Die ben s'intersecano con i sibili elettronici, i flussi quasi spettacolari, ipnotici e magmatici delle tastiere analogiche e digitali di Raffaele Serra. Il primo lunghissimo movimento (non ci sono titoli) di Mesmeric Revelation è in questo senso davvero una piccola rivelazione. Altrettanto affascinante anche se con qualche momento debole al suo interno è l'altra nuova produzione di Alio Die, questa volta con il bravo percussionista Antonio Testa, già autore di un altro disco Senza Tempo Nel Tempo di estrema semplicità e purezza. Ascoltando questo nuovo Healing Herb's Spirit la mente non può non volare tra gli universi rituali Maya ed Atzechi trasfigurati dal messicano Jorge Reyes (torneremo prima o poi su di lui). Come Reyes, Antonio Testa suona una miriade di percussioni etniche raccolte nei suoi viaggi e come il messicano è capace di evocare non poche suggestioni e visioni psichedeliche, come nella splendida Turiya. Le opere soliste di Alio Die invece sembrano animate da un'energia in costante trasformazione, in cui sembra essere la natura con i suoi cicli di vita morte e rinascita a governare anche i più infinitesimali eventi sonori. Stefano Musso vive da alcuni anni in un piccolo borgo dell'esoterica Lunigiana e la strana serenità che si respira nelle sue musiche più recenti non è certo indifferente all'ambiente in cui è stata prodotta. In A Door of Possibilities e Suspended Feathers, quest'ultimo forse il suo capolavoro uscito però per l'Amplexus di Stefano Gentile (anche su di lui torneremo presto), è la danza delle amebe e dei bruchi, dei naga-spiriti dell'acqua, sono i rumori impercettibili dei fossili e dei cristalli nei loro lenti spostamenti, dei germogli che spuntano dalla terra, o i suoni subliminali degli esseri invisibili che abitano le sfere terrestri. Nel lungo estenuante drone di Password for Entheogenic Experience sembra essere invece la luce-suono a dire di una maturata consapevolezza, una crescita verso la spazio e i suoi infiniti, o forse solo piccoli riflessi e vedute sul mondo reale che portano al Le Stanze Della Trascendenza, l'ultimo disco di Alio Die che ora racconta a Blow Up un po' del suo mondo. Per quei lettori che ancora non ti conoscono puoi raccontarci dei tuoi inizi, come hai cominciato ad occuparti di musica e come è nata la Hic Sunt Leones.... I miei primi esperimenti sonori sono partiti nel 1989, utilizzando un campionatore, un multieffetto e poche altre cose con le quali ho registrato i miei primi due CD (Sit Tibi Terra Levis / Introspective e Under an Holy Ritual). Inizialmente ho creato Hic Sunt Leones per produrre la mia musica, quando i contatti e la distribuzione sono cresciuti, ho iniziato a produrre musica di altri musicisti incontrati sul mio cammino e che apprezzavo particolarmente. M'incuriosisce la scelta del nome in latino… Alio Die - Hic Sunt Leones...Una pura questione legata al suono della parola o vi è un qualche significato nascosto? Entrambe le cose, Alio Die è un saluto augurale che evoca un tempo migliore e lo auguro a tutti voi. Hic Sunt Leones che sta per "qui ci sono i leoni" è una scritta che appare su antiche mappe indicante il confine degli abissi conosciuti, i mostri sono oltre questi limiti… Così HSL vuole andare oltre i limiti simbolici o pre-tracciati e, di musica parlando, tracciare vie di esplorazione e conoscenza in questo misterioso abisso di vibrazioni... Nell'arco di quasi un decennio hai prodotto dischi di musicisti importanti della scena ambient europea ed hai realizzato anche uno splendido lavoro con Robert Rich facendoti conoscere oltreoceano… Con le tue ultime uscite però mi sembri (giustamente) più orientato a far conoscere musicisti italiani che altrimenti avrebbero qualche difficoltà a distribuire la loro musica: Antonio Testa, Amelia Cuni, i 5000 Spirits con Raffaele Serra e prima ancora Walter Maioli... Puoi dirmi di questi nuovi progetti e più in generale un tuo punto di vista sul panorama italiano della musica elettronica..Continuerai nella ricerca di nuovi talenti dalle nostre parti? Ho intenzione nel prossimo futuro di concentrarmi maggiormente sulla composizione e la produzione di musica di Alio Die e varie collaborazioni, per ragioni legate a mie finalità da un lato e limitatezza di tempo ed energie dall'altro. Mi occupo infatti anche della distribuzione di compact attraverso il mio mail order ed alle fiere del disco che si tengono in varie città del nord Italia. Con ciò non escludo che potrei ancora produrre CD di altri musicisti qualora la situazione lo richiederà. A muovere la produzione è spesso l'esigenza di far uscire lavori di rilievo che altrimenti resterebbero in un cassetto… E' stato questo il caso della maggior parte delle produzioni, ultime quelle di Antonio Testa Senza Tempo nel Tempo e Amelia Cuni Sings Dhrupad. Rispetto invece ai tuoi progetti come Alio Die a cosa stai lavorando adesso? Dopo Robert Rich ti piacerebbe suonare con qualcun'altro? So che hai un disco quasi pronto con Vidna Obmana... Si sono molti i progetti collaborativi in cantiere ed i contatti di reciproca stima stabiliti in questi anni propongono continuamente nuove possibilità... E' pronto Echo Passage con Vidna Obmana che uscirà su Musica Maxima Magnetica in questi giorni, si tratta di un flusso sonoro variopinto, un'onda che lambisce la corrente... Un nuovo progetto dal nome Sola Traslatio (collaborazione con Opium) potrebbe uscire per l'etichetta americana Hypnos, il cd s'intitola Ad Infinitum e raccoglie ambientazioni un po' più ruvide ed oscure rispetto alle mie ultime registrazioni. Il nuovo Alio Die Le Stanze Della Trascendenza (HSL016) dovrebbe essere già disponibile all'uscita di quest'articolo. E' iniziata anche la seconda collaborazione con Antonio Testa, il nostro primo Healing Herb's Spirit è stato accolto molto bene anche da parecchi musicisti. Il suono per la maggior parte acustico, è stratificato, ricco di tessiture tribali, echi da altri mondi, e trascina l'ascoltatore in un espanso stato della mente. Anche intorno al progetto 5000 Spirits condiviso con Raffaele Serra, sono in programma nuovi album che dovrebbero uscire nel 2000 per Amplexus e l'americana Crowd Control Activities. Un lavoro con Amelia Cuni è finito per metà e anch'esso dovrebbe uscire nel 2000; sono soddisfatto delle registrazioni già effettuate, l'incontro è magico e inusuale: drones minimali, silenzio e suoni naturali, con canto Dhrupad di leggendaria maestria. E' davvero stimolante collaborare con musicisti la cui ricerca è parallela anche se di differente pratica sonora, specie quando essa è all'apice come in questo caso. Le tue produzioni finora sono abbastanza riconducibili al filone della ritual/etno ambient o più in genere alla drone music più ipnotica e contemplativa. Ti interessa allargarti anche ad altre esperienze, per esempio verso le frontiere più sperimentali della techno o dell'elettroacustica? Si mi interessano molte qualità della musica elettroacustica. In lavorazione vi è un cd con Yannick Dauby coautore del Mcd uscito per Amplexus un po' di tempo fa (Descendre Cinq Lacs Au Travers D'une Voilè - ndr...) che già si avvicina a queste sonorità. Sto anche occupandomi della registrazione di sorgenti naturali quali acqua, vento, insetti ecc. nelle diverse atmosfere del giorno e della notte, per ottenere continuum sonori di suoni naturali e musica intimista e contemplativa. Per quanto riguarda la techno, me ne occupo più come saltuario ascoltatore; Red Sector A, che ha pubblicato diversi dischi per Minus Habens sta lavorando associando campionamenti da miei dischi a sue basi ritmiche... Una domanda che faccio spesso ultimamente… Come ti immagini la musica nel nuovo millennio? Verso quali direzioni si avvierà in genere la ricerca? Il bisogno di novità formali o nuove effettistiche non cambierà la natura del suono come medium che influenza la coscienza dell'uomo. In millenni sono cambiati gli oggetti che producono suono, ma il suono è sempre composto da vibrazioni che vengono percepite dal corpo. Tutto sommato molta nuova musica sta riscoprendo le leggi che legano il suono alla coscienza, al silenzio e all'energia, conoscenza che l'occidente ha perso per strada da molto tempo nel suo delirio di onnipotenza materiale. Senza escludere l'apporto creativo dato dalle nuove tecnologie c'è poco da scoprire e molto da riscoprire, c'è poco da inventare e molto da praticare e vivere, inutile collezionare e archiviare! Spero che ciò che un tempo era dominio di pochi possa essere strumento di molti per rendere chiara la visione... Cosa
infine porteresti con te nel 2000 di tutte le musiche, dischi o altre importanti
fonti d'ispirazione ascoltate/vissute fino adesso? E cosa invece ti lasceresti
volentieri alle spalle? Domanda difficile! Tanta è la
musica che ascolto che è arduo scegliere... Senz'altro molta musica
tradizionale, d'oriente soprattutto. Mi piace tanto la musica di Deep Listening
Band, Stephan Micus, Terry Riley, Jon Hassell, Brian Eno, e tutti i musicisti
ethno/dark/ambient tra cui Robert Rich, Steve Roach, Vidna Obmana, Jorge Reyes,
Jeff Greinke, Rapoon...
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