"Un concerto che dura una notte. Un viaggio… dentro di se…nell’ambiente… dalla mezzanotte all’alba… fra veglia o sonno.Un rito.. Melodie ipnotiche, suoni ancestrali.."
Tracking list :
• Inizia il viaggio…………………………. I miei demoni
• Nelle terre di mezzo sospesi
• Un canto solitario nella capanna
• Respira respirano
• Dentro il sogno eoli
• Prima dell’alba profumati
• Ho visto anche dei funghi felici… girando attorno
Grazie speciale agli spiriti della notte, ai paesaggi sonori di Alio Die e alle corde astrali di Vincenzo Zitello. Grazie per il sostegno a Ahmet Burdu, Andrea Passariello,Emilia Redaelli,Gabriella Nembri, Hamouda Das, Ilaria Serra,Intis,Lisa Germano, Paolo Viscardi, Silva Vannelli,Vito Taddeo,Tiziano Ornaghi.
….. “ i sogni colorano il buio”…….
Un concerto che dura una notte. Un viaggio… dentro di se…nell’ambiente… dalla mezzanotte all’alba… fra veglia o sonno.Un rito.. Melodie ipnotiche, suoni ancestrali. Decine di persone nei propri sacchi a pelo… per navigare nei sogni… assieme…Dall’esperienza degli sleeping concert realizzati dagli Enten Hitti ecco il disco che riassume in sintesi l’atmosfera di quelle notti.
Musica di Pierangelo Pandiscia e Gino Ape, eccetto “Dentro il sogno di Vincenzo Zitello. Suoni naturali : Alio Die. Registrato in Home recording a Milano fra settembre 2012 e luglio 2013 Master: Vincenzo Zitello . dicembre 2013 Pierangelo Pandiscia: tamburi sciamanici, zucca tromba, zils, sonagli, ocarine, bottiglie armoniche, pietre sonore, voce, chitarra Gino Ape: oboe, percussioni, ocarine, voce, piano. Giampaolo Verga: violino Afra Crudo: voce in “Un canto solitario” e Ho visto anche dei funghi felici” Enya Idda: voce in “Inizia il viaggio” Lorenzo Pierobon: canto armonico in “Inizia il viaggio” Lello Cassinotti:Voce in “Nelle terre di mezzo” e “Ho visto anche dei funghi felici” Vincenzo Zitello: arpa bardica in “Dentro il sogno” Alio Die: guzheng in “dentro il sogno”.
Cover and back-cover a cura di Linda Serra. Artwork by Hic Sunt Leones
Il cd è disponibile in un elegante digipack a tre facciate, LTD 300 copie .
Enten Hitti è un progetto italiano di musica di ricerca attivo da 20 anni. La proposta dei fondatori Pierangelo Pandiscia – polistrumentista e musicoterapeuta – e Gino Ape – musicista e formatore – è indubbiamente particolare. La musica è infatti ispirata alla musica rituale arcaica. Negli anni il gruppo ha svolto diverse attività componendo musica per documentari e spettacoli teatrali, sonorizzazioni per Radio RAIDUE e RAITRE e ha pubblicato inoltre video d’arte e libri di poesia sonora. Ora esce per la Hic Sunt Leones di Stefano Musso - guru della musica italiana ambientale – un nuovo album intitolato Fino alla fine della notte che vede fra gli ospiti un nome importante come Vincenzo Zitello – collaboratore in passato di Franco Battiato e Alan Stivell – e pioniere dell’arpa celtica in Italia dal 1977 oltre all’attrice e ricercatrice Ewa Benesz. Il violinsita Gianpaolo Verga e la danzatrice Enya Daniela Idda completano la formazione. “Fino alla fine della notte” non è obiettivamente un disco di facile ascolto. La musica è dedicata all’esperienza degli Sleeping Concerts, una particolare pratica sonora introdotta dal musicista ambient e elettronico Robert Rich, uno dei giganti del genere. Si tratta di concerti notturni che durano tutta la notte fino all’alba. L’intento è quello di influenzare i sogni degli spettatori creando una musica ipnotica. Fino alla fine della notte propone appunto le sonorità e le le atmosfere evocate dagli Enten Hitti in questi concerti. Per apprezzare questo tipo di proposta occorre approcciarsi in maniera corretta e ascoltare con concentrazione. Sin dalla prima traccia si viene immersi in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca delle antiche tradizioni mistiche tibetane e sufi. Vengono in mente i leggendari Popol Vuh che, negli anni ’70, riuscirono a creare una musica fuori dal tempo che univa le tradizioni culturali orientali e occidentali come nel capolavoro Hosianna Mantra. Fino alla fine della notte piacerà ai viaggiatori del Cosmo e a chi vuol far uscire l’animale mistico che ha dentro di sé.
Caesar / Ver Sacrum
Per chiunque non lo conoscesse, Enten Hitti è il laboratorio costruito da Pierangelo Pandiscia e Gino Ape per esplorare i confini dell'idea stessa (primordiale) di musica. A differenza di chi questo percorso l'ha affrontato seguendo la via dell'astrazione, dunque lavorando su un suono sempre più lontano dalle origini, sperimentando su di esso scientificamente, qui l'idea è quella di esaminare e ricostruire le origini antropologiche (spesso legate a doppio filo con quelle spirituali) della musica stessa, ripercorrere insomma la genesi della sostanza sonoro-musicale in mancanza (primordiale, appunto!) del sopraggiungere della razionalità e del concetto. Nato dunque con un presupposto fortemente sostanziale (la musica e il suono erette a soggetto, i loro legami con il tempo e il loro mutare in funzione di questi a oggetto, gli strumenti antichi e le improvvisazioni a mezzo, il percorso di ricerca a fine), Enten Hitti si è evoluto fino a divenire esso stesso un tramite, una finestra (musicale) in grado di affacciarsi su di un ambito spirituale più ampio.
E proprio qui il percorso di Pandiscia e Ape ha incontrato sulla sua strada quello di Alio Die, colui che più di chiunque altro è riuscito a rendere la musica un tramite dialogico tra l'interiorità meditativa del musicista e gli elementi vitali esterni ad esso (la Natura, il tempo, lo spazio). Da questo sodalizio sono nati gli ultimi capitoli del percorso Enten Hitti e nasce oggi anche “Fino alla fine della notte”, disco di svolta per il progetto in cui dalla finestra di cui sopra è finalmente possibile intravvedere una forma più definita: i demoni. Intesi però non in senso biblico, ma con accezione più strettamente spirituale, come pulsioni trasversali di antitesi all'Io viventi all'interno dell'Io stesso. Ed ecco dunque che il disco, non a caso figlio di un'esperienza sviluppatasi nella forma di degli sleeping concert, diviene raccoglitore di un rituale che coinvolge numerosi ospiti, in cui la musica si fa mezzo per entrare in contatto, nella dimensione preconscia del sogno, con i propri demoni.
Musicalmente, siamo davanti ad una forma di libera improvvisazione rituale, che solo verso il finale si concede a forme strettamente ambientali – laddove il sogno prevale e la musica recupera dunque il ruolo più classico di elemento narrativo. Ruolo che comunque svolge involontariamente alla perfezione anche nei venti minuti di “Inizia il sogno... I miei demoni”, lunga anticamera in progressione che rappresenta l'avvio del rituale, la fase preliminare. E che descrive, nella prima metà, il paesaggio interiore oscuro e inquieto tra tamburi ancestrali e cori atonali, per poi condurre alla conoscenza diretta dei demoni, impersonati da spettrali bat whistle. La tensione dell'istante di contatto fra demoni e individuo è invece protagonista de “Nelle terre di mezzo .. Sospesi”, ben resa dalla narrazione vocale di Lello Cassinotti e dal violino di Giampaolo Verga. Qui si consuma anche, nel mix di umori e sentimenti, il definitivo superamento dei demoni: sconfitti in quanto incorporati, rientrati a far parte dell'individuo, non più repressi.
Il "Canto solitario . Nella capanna” di Afra Crudo e Adriana Puleio pone il sigillo finale, permettendo il calare della tensione e la distensione poi completata in “Respira .. Respirano”: le due entità sono finalmente tutt'uno. Da qui in poi il disco cambia rotta: l'arpa di Vincenzo Zitello e il guzheng di Alio Die guidano nella straordinaria “Dentro il sogno .. Eoli” al passaggio di consegne fra veglia e sonno: la riconciliazione è completata anche con l'ambiente interiore, quello stesso che in principio appariva tanto ostile. In “Prima dell'alba ... profumati” il soundscape torna a farsi organico, terreno, con il pianoforte a suonare quasi in solitaria: è il lento ritorno alla veglia e al mondo esterno di un nuovo individuo finalmente unicum con sé stesso. La ripresa di coscienza è completata nella curiosa e sorprendente ethno-ballad di “Ho visto anche dei funghi felici . Girando Attorno”, trionfo ultimo della Natura e della sua spontaneità, ripartenza temporale dalle origini prime dell'uomo e della sua musica: dal folk, appunto.
Punto d'arrivo meta-musicale di una ricerca tutta, “Fino alla fine del sogno” è forse la prova più schiacchiante e convincente della polivalenza spirituale della musica e del suono. Tale da superare, manco a dirlo, quella limitazione concettuale e razionale con cui essa diviene tale per l'uomo. Musica come strumento in grado di abbattere il muro tra conscio e inconscio, razionale e spirituale, fisico e metafisico, e capace al tempo stesso di narrare ed evocare tale superamento. Ogni giudizio, qui, è semplicemente superfluo.