Alio Die: Drones & Loops,Zither,Treatments,Field recordings
India Czajkowska: Voice effects on track 1
Paints by Romanie Sanchéz www.romanie.net
Artwork by Hic Sunt Leones
Bakis wishes to thank: Family, John Sirros, India, Ingo, Steve, Ian, iDon, Bob, Panagiotis, Haris, Dieter, Rex, Don, Michael and all i may have forgotten..
www.parallel-worlds-music.com
Alio Die | Parallel Worlds " Elusive Metaphor " ( HSL074 ) cd album : Elusive Metaphor è la seconda collaborazione tra Alio Die e Parallel Worlds . In questo nuovo album , i 'loop & drones' di Alio Die sono combinati con i paesaggi sonori modulari di Parallel Worlds , producendo scenari aurali fuori dall'ordinario, che fondono atmosfere sognanti, con suoni tranquilli e naturali insieme a percorsi elettronici, meccanici e quasi industriali . Zither e field recordings sono combinati con atmosfere e frammenti sonori che sfidano i confini, dando all'ascoltatore la possibilità di un viaggio mentale unico dalla bellezza inespressa.
India Czajkowska contribuisce alla prima traccia "Unspoken shapes" con la sua voce eterea ed effetti.
Come nel primo capitolo "Circo divino" la copertina è tratta da alcune belle pitture di Romanie. www.romanie.net
Il cd è disponibile in un elegante digipack a tre facciate, LTD 300 copie .
Alio Die un segreto ce l'ha. Non si può non arrivare a supporlo, dopo aver dato anche solo un rapido sguardo al suo sconfinato catalogo. Un segreto non tanto in grado di spiegare l'estrema prolificità – per chi segue da vicino il macrocosmo della musica atmosferica quella è poco meno di una costante universale – ma che giustifichi la sua inossidabile capacità di colpire nel segno. E con ciò si intende, semplicemente, il riuscire a costruire un mondo a sé stante attorno a ogni suo nuovo lavoro. Se non si tratta appunto di questo segreto, un asso nella manica per il continuo ricambio di idee che caratterizza la sua carriera è rappresentato dalla sua incredibile apertura alle collaborazioni.
Il caso di Bakis Sirros e del suo progetto Parallel Worlds, nato nel downtempo e da pochi anni convertitosi in toto al dark-ambient organico, in tal senso è emblematico. “Elusive Metaphor” è proprio la dimostrazione del processo enunciato in precedenza, già palesatosi nei convincenti parti condivisi con Ian Boddy e Dave Bessell rispettivamente nel 2011 e 2012. Due lavori non a caso successivi a quell'introduzione alla maturità che fu “Circo Divino”, il risultato, per certi versi ancora acerbo, della prima collaborazione proprio con Alio Die. Che oggi si rinnova raggiungendo finalmente lo spessore cercato.
Le metafore elusive, parafrasando il titolo, altro non sono se non sette step di un percorso che muove dall'oscurità verso l'etereo. Lasciando da parte i luoghi comuni legati al timore, alla serenità e, in parte, all'inquietudine, e cercando invece di farne esperienza autentica e intima di entrambe. I richiami post-industriali all'inizio di “Unspoken Shapes” si diradano così ben presto seguendo la voce di India Czajkowska per lasciare spazio ad un'ipnosi liquida. E anche i pochi spettri rimasti si smaterializzano tra gli accordi dello zither, i colori caldi e le stalattiti glaciali della successiva “The Dispersed Expectance”.
Il notturno di “Wordless Arcanum” si interroga invece sull'assenza di vita, inscenando un vuoto (non)-perpetuo pronto ad essere progressivamente riempito. Il primo elemento si materializza in “Dissolved Heaven”, dove la luce torna a farsi vedere sebbene ancora fioca e controllata dall'incedere marziale del ritmo. La conosciamo invece in forma pura nell'estasi di “Fragile Imagery”, prima che l'oscurità torni protagonista nell'angosciosa “Who We Are Not” e che gli elementi si mischino in un unicum arcano nel bel finale di “Roundabout Mirages”. Il cui titolo ci suggerisce che forse l'intero percorso sia stato nulla più di un miraggio. Un'unica metafora elusiva, appunto.
Matteo Meda / OndaRock
Nuova collaborazione per il prolificissimo Stefano Musso, personaggio ormai ben noto a chi frequenta l’ambient, l’elettronica e le contaminazioni grazie al suo immarcescibile progetto Alio Die. Nel corso degli anni Alio Die ha pubblicato numerosissimi lavori a testimonianza di una vena creativa inesauribile nel campo della musica ambientale tanto che è possible definirlo una sorta di guru del genere. Ricordo, fra le svariate collaborazioni, quelle con Robert Rich, Vidna Obmana (Dirk Serries) e Oophoi (Gianluigi Gasparetti). Ora, dopo Amidst the Circling Spires con Sylvi Alli da me recensito su Ver Sacrum, è la volta di un nuovo album con il musicista elettronico greco Bakis Sirros (in precedenza era uscito Circo Divino). Bakis Sirros è conosciuto per il suo progetto Parallel Worlds nato nel 1994. La sua musica unisce le tipiche atmosfere di matrice tedesca degli anni ’70 con l’ambient, la moderna elettronica e pulsioni post-industrial. Elusive Metaphor è il criptico e bellissimo titolo dell’album che dischiude scenari mitici e senza tempo. Un disco che è l’unione di 2 artisti diversi. Stefano Musso è un maestro delle ambientazioni trascendentali che portano l’ascoltatore a immergersi in dimensioni metafisiche . Bakis Sirros crea invece le sue atmosfere sognanti attraverso l’uso di sintetizzatori analogici e generatori. Tuttavia l’alchimia fra i 2 funziona e il risultato è un’altra volta di grande spessore. Elusive Metaphor è senz’altro superiore al suo pur valido predecessore. Le atmosfere sono liquide e mistiche e passano dalla luce alla tenebra. Questa musica vi trasporterà in un regno incantato e vi metterà in contatto con la parte mistica del vostro io. Le sonorità cristalline e curative dello zither ci accompagnano in questo viaggio esoterico. La voce dell’ospite India Czajkowska dona un afflato celestiale alla prima traccia “Unspoken Shapes”. “Wordless Arcanum” è immobile mentre “Fragile Imagery” è di una raffinatezza irreale nella sua impalpabilità eterea. “Who We Are Not” dipinge scenari oscuri e divini. Chiude la trascendente e celestiale “Roundabout Mirages”. Un album consigliato caldamente ai seguaci del dark-ambient. by Caesar / Ver Sacrum