"Una suggestiva liturgia dal regno dove la musica elettronica incontra drones acustici, oggetti sonori, voci sacrali e field recordings" - Projekt marzo 2012
Deconsecrated and Pure
1 Layers of faith
2 Obliterated Alcove
3 Peel away this mortal coil
4 Cerulean facade
5 De-altared
All music composed and celebrated by Stefano Musso in 2010 and 2011 at Temple Studio, Milan. Published by BMI.
Alio Die: drones and loops, glass and metals, field recordings.
Special thanks to Paolo Tognon and Quoniam Ensemble di Dulciane for source materials.
Cover photos and titles by Nebbie Loon/ Nebulagirl. Artwork by Projekt
Deconsecrated and Pure è una suggestiva liturgia dal regno dove la musica elettronica incontra drones acustici, oggetti sonori, voci sacrali e field recordings.
Lo scultore di suoni Stefano Musso ritorna con il suo primo lavoro solista come Alio Die su Projekt dopo 20 anni. Non dovete pensare però che nel frattempo sia stato in vacanza! Dal 1992 ha pubblicato 37 album collaborativi e 19 album solisti, il che rende Deconsecrated and Pure il ventesimo CD solista di Alio Die! Bentornato!
Gli strumenti tradizionali processati e le tessiture naturali si mischiano, e riaffiorano in forma nuova accanto a ricchi drones elettro-organici, creando una perfetta colonna sonora introspettiva e dall'atmosfera medievale. Serene e meditative tessiture si fondono in un coro di suoni circolari e cangianti, riflettendo l'armonia del cosmo come l'opus della quiete interiore.
Nel mix, elaborati e stratificati ci sono pezzi vocali di Claudio Merulo. Il lavoro di questo compositore rinascimentale veneziano del 16 ° secolo è stato eseguito da Paolo Tognon e Quoniam Ensemble di Dulciane e De Labyrintho Ensemble Della Rinascenza, ricreandone l'essenza storico religiosa. L'evoluzione progressiva degli arrangiamenti crea una forte impressione come se l'ascoltatore fosse stato trasportato attraverso il tempo e lo spazio. Elementi come il Fagotto Arcaico o Chorista, (una sorta di oboe), le atmosfere solenni delle corti del Rinascimento italiano, ed evocativi paesaggi sonori, cosmici ed eterei si combinano nella sacralità e nella trascendenza.
Per creare questo lavoro, Stefano ha selezionato frammenti di sessioni registrate con gli strumenti acustici, modificandoli attraverso loop stratificati. Cambiando toni e frequenze, aggiungendo gli effetti e i suoni di oggetti sonori,essi sono stati aggiunti nel mix. Poi il preparato è stato ulteriormente integrato con le registrazioni di elettronica ed i field recordings aggiungendo ancora più strati; una metamorfosi che interessa l'intera l'atmosfera inducendo l'ascolto in uno stato di trance profonda. Ciò che rende brillanti le composizioni di Alio Die è l'attenzione per il dettaglio, c'è sempre qualcosa di mutevole, qualcosa che dallo sfondo fluisce in primo piano come se fosse stato lentamente modificato, oppure questo effetto può giungere tramite l'inserto di una dolce cornamusa o di uno strofinio di corde. Il tutto si intreccia in una modulazione costante, con l'aggiunta di suoni atmosferici, ed attraverso il lavoro di ri-contestualizzazione dei singoli elementi.
Meravigliosamente fluente ed ossessivamente espressivo, 'Deconsecrated and Pure' suona come una poesia liturgica all'interno di un mausoleo arcaico, come distorto dal tempo.
BIO:
Alio Die è il nome che Stefano Musso ha dato al suo brillante ed espansivo progetto di dronescaping. Il lavoro di Musso è iniziato con la ricerca elettro-acustica ed ha cominciato a lavorare con il nome di Alio Die nel 1989. Egli è anche noto per le sua proficue collaborazioni con artisti come Robert Rich, Vidna Obmana, Mathias Grassow, e altri. La sua personale firma musicale è un ibrido tra il paesaggio sonoro ed il misticismo acustico. Un toccante ed estatico viaggio nel mondo dei suoni.
(Label press)
ALIO DIE Deconsecrated And Pure - Projekt
Stefano Musso continua una personale ricerca musicale indagando le pieghe dello spazio-tempo. Questa volta in perfetta solitudine, avvalendosi oltre che dei suoi mille strumenti anche di registrazioni eseguite da Paolo Tognon con il Quoniam Ensemble. Musica rinascimentale utilizzata da Alio Die come field recordings da incastonare tra strati di nebbia elettronica e incantevoli melodie lunari. Cinque le tracce in scaletta, sospese tra i ricordi estatici del miglior Vidna Obmana (Layers Of Faith) e i fantasmi disintegrati di Basinski (Peel Away This Mortal Coil). Suoni che sembrano nascere dal nulla prima di diventare improvvisamente maestose sinfonie di rumori dall'incedere circolare (Cerulean Facade). Roberto Mandolini / Rockerilla
Fra i tanti seguaci della corrente più mistica dell'ambient elettronico, Stefano Musso aka Alio Die è uno dei più prolifici, con i suoi circa cinquanta album dal1990 a oggi e l'enorme numero di collaborazioni con gli esponenti più importanti della scena stessa (che annovera, fra gli altri, Vidna Obmana e Robert Rich). Forse il maggior esponente italiano del genere, Alio Die - look da metallaro, scultore di busti arcani e senza tempo, in grado di incorporare elementi gotici e folk - è da ormai vent'anni uno dei principali artisti del genere sotto Projekt Records che, dopo aver dato vita a gran parte della scena darkwave americana e non, ha espanso i propri orizzonti anche alle concezioni più astratte dell'oscurità in musica.
Comprensibile, vista l'estrema prolificità del personaggio, il timore che dopo aver cavalcato per anni l'onda cosmico-ambientale '80 nella sua incarnazione maggiormente new age, in parte spentasi con il sopraggiungere dell'ambient di derivazione dronica, le ultime (numerosissime) release di Alio Die possano essere almeno in parte esercizi di stile su un cliché piuttosto facile da ricalcare. Ma proprio per via di questa facilità,fin troppo in grado di tramutarsi in impossibilità di evoluzione,l'elemento primo di giudizio di un'opera inserita in tale filone è la capacità di emozionare, di dar luogo a suggestioni ed evocazioni. E, se Alio Die è da sempre un maestro in quest'arte, con "Deconsecrated And Pure" riesce a centrare probabilmente il capolavoro di una carriera,l'apice massimo di equilibrio tra le fonti del suo sound e la capacità di trasmissione della sua musica.
Cinque lunghi brani, cinque strade originate da un unico centro e viaggianti verso orizzonti diversi, un labirinto di arcane profezie e sogni moderni, un caleidoscopio di civiltà e costumi, un oceano dalle distanze profonde. Sconsacrato e puro, il profano che purifica la propria anima slegandosi dal sacro, pur non perdendo la caratura onirica di quest'ultimo. Mondi paralleli, distanti ma sulla stessa orbita. "Deconsecrated And Pure" è una scultura sonora che raggiunge e oltrepassa gli orizzonti dell'ambient stessa, toccandone ogni confine, tracciando coordinate difficilmente capaci di inventare, ma ingrado di raggiungere una carica emotiva che ha ben pochi precedenti.
E così, "Layers Of Faith" è l'inchino di un guru del dark-ambient alle eteree distese sintetiche portate in trionfo dapprima da Tim Clark e Michael Amerlan, poi cavalcate da nomi come Thom Brennan e Max Corbacho. "Dronica" nell'incedere ma non nell'estetica, sentimentale ma scenicamente glaciale. Il non-legame tra sacro e profano è il tema di"Obliterated Alcove": come può suonare la musica sacra se estratta dal suo contesto principe? È la ricerca verso la quale opta il brano,memore di quanto già sperimentato in passato da fin troppi nomi, non ultimo dei quali il John Foxx del capolavoro "My Lost City", e l'arrivo è fra i lidi di una potenza spirituale persino maggiore, pura per davvero. Un coro che è tutto fuorché gregoriano, sconsacrato proprio come nel titolo alla base dell'album, impegnato in vocalizzi arcaici tra ancestrali costellazioni elettroniche. L'omaggio alle nuove tendenze arriva con "Peel AwayThis Mortal Coil", nella quale sostrati di tastiere lievemente distratte da vibrazioni quasi impercettibili ricalcano i tappeti in esondazione del miglior Eluvium e i flussi languidi di Pan American.Poi, una virata verso fondali perduti, mondi sublunari e metafisici,melodie che cullano il vuoto in "Cerulean Facade", in direzione di una simbiosi con i linguaggi della malinconia di Jeff Grienke e Rudy Adrian. E infine, a concludere un viaggio che pare non poter finire, la quiete vitale di un abbraccio artico mai parso così caldo, nella desolazione di un vuoto mai così pieno di spunti, "De-Altared" che sintetizza vent'anni di ricerca - mistico trattato di legame tra immagine e musica, tra ambiente e suono circostante.
Dopo quasi due decadi di incessante attività, una ricerca tra misticismo,oscurità, sacro e profano, Alio Die riesce nella difficile impresa di riassumere in un solo album i risultati di un'intera scena musicale. E non lo fa certo attraverso la ricerca della perfetta formalità (come per esempio riuscì a Brian Eno in "Music For Airports"),ma andando a concentrarsi interamente sulla tipologia di emozioni intrinseche dell'elemento sonoro, riuscendo così a iniettare la sua musica evocativa all'interno delle immagini stesse, formando un legame per sua stessa definizione inseparabile. Ovvero, quel che pare scontato sia elemento proprio di ogni release ambient, ma che è in realtà a suffragio di un'élite piuttosto risicata, della quale lascia almeno una punta d'orgoglio sapere faccia parte anche un italiano.
Difficile rendere a parole la magia che questo autore milanese sa infondere alla musica ormai da tanti anni a questa parte. Stefano Musso, in arte Alio Die, ci regala l'ennesimo album superiore all'interno di una carriera costellata da tante produzioni sempre all'insegna di un gusto raro e singolare, capace di elevarsi al di sopra di generi e classificazioni varie. I cinque brani dell'album sono costruiti attraverso una stratificazione sonora che mescola sonorità elettroniche e classiche,tra cui anche pezzi vocali scritti dall'autore veneziano del XVI secolo Claudio Merulo, ed interpretati per l'occasione da Paolo Tognon el'Ensemble di dulciane Quoniam. Gli echi trasmessi sono molteplici:dalla space-ambient alla musica rinascimentale, dalla drones-minimal alla new age e alla musica sacra. "Deconsacrated And Pure" imbastisce atmosfere meditative trasportandoci in mondi antichi, ma anche in spazi mentali ignoti; i toni prolungati trasmettono una distensione mentale e un rilassamento cercati da parecchi autori, ma di rado raggiunti con tale intensità. In questo universo mistico, ogni piccolo elemento trova la sua collocazione e nulla è lasciato al caso. I piccoli rintocchi ricavati da oggetti, i campionamenti, le voci, gli strumenti immersi nei tappeti di synth concorrono alla creazione di un mosaico immenso edi un'architettura che sa toccare le corde dell'anima. Il sound rimane in linea anche con le produzioni ambient della stessa Projekt (alla sua seconda collaborazione con Alio Die), ma Stefano si colloca su livelli decisamente più raffinati e personali. Evocativo l'artwork ed elegante la confezione in digipak su sei pannelli. Per chi cerca progetti che sanno distinguersi con qualità.
Darkroom Magazine / Michele Viali
Entrare nei grandi santuari della religiosità cristiana (è però estendibile a templi di altri culti) vuol dire assimilarne l’energia, attraversarne il velo invisibile che è sulla linea che demarca la porta d’ingresso con l’ambiente esterno ed il tempio, un confine forse custodito dagli angeli, dalle anime, da tutta l’energia che nei secoli si è accumulata tra devozioni, credi, preghiere.
Oltrepassare quel confine è una scelta, quella di varcare una porta spazio/tempo rivestita d’aura, iridescente, non sempre invisibile se osservate la soglia sulla linea di demarcazione tra il mondo, laico, e la spiritualità.
Le cinque tracce di “Deconsacrated And Pure” hanno il valore dell’omaggio inviolabile di Alio Die alle strutture della religiosità antica, gotica e romanica, medievale e monacale: lui eremita del suono che dedica ad anacoreti dello spirito musica per angeli di carne, Stefano Musso asceta del laptop in tanti progetti, collaborazioni, installazioni, ha venerato il trascendente con la musica.
Seconda volta, solitario, in Projekt: Sam Rosenthal non nega che il lato ‘ambient’ della label è per lui motivo di fiducia e circondarsi dei migliori musicisti del relax meditativo, dello spiritual/soundscape, è fonte d’orgoglio da affiancare al canonico goth-system, floride espressioni nella label americana.
Era il 1993 quando in Projekt usciva la ristampa dell’album “Under An Holy Ritual”: a distanza di quasi vent’anni, e di tante produzioni insieme condotte, l’atmosfera di beatitudine e della ricerca, ancora una volta scorre sui binari dei lunghi loop distensivi, dei soffici droni mascherati, attutiti, monastici dell’opener Layers Of Faith”, estesi e smorzati, volutamente smorzati in “Obliterated Alcove”, una prima parte introduttiva al successivo coro quasi monacale, liturgico, un vespro introverso tra cristianità antica e new-age futuribile, un ponte che trova sponde in cui ancorarsi nell’anima e nel corpo.
La scultura sonora di Stefano Musso celebra la ricerca nei tintinni acuti per neo-tribalismi mistici che riprendono lavori concettualizzati insieme ad Antonio Testa: è lo spirito di “Peel Away This Mortal Coil” o dell’ascensione gotica, luminosa, di “Cerulean Facade”, un inno al sole che filtra tra bifore impolverate, ora lo sguardo penitente si alza per guardare la luce che entra tra i muri, illumina volti timorosi e penitenti.
Il finale, “De-altered”, nei venti minuti in cui svolge la sua trama è liquida nelle piccole percezioni di un suono ancora una volta attutito, rinchiuso nei suoi loop ermetici, la stessa percezione di umido relax che si prova nei silenzi dei bagni turchi, in poche parole è acqua che purifica lo spirito attraverso il corpo.
La musica ha questo valore ed Alio Die ha la virtù d’infondere la possibilità di penetrare la materia assimilando le sue suite a livello cellulare nel vero sincretismo spirituale, ricordiamolo insieme ai Jack Or Jive sempre in Projekt, oppure unito a tanti musicisti di ogni parte del Mondo, coalizzati nella volontà di esprimere senza parole il suono della psiche.